Non ho mai fatto una vera e propria recensione di Interstellar, il mio film preferito di sempre. Trama originale, interpreti incredibili e una colonna sonora fuori di testa, figlia del genio di un intramontabile Hans Zimmer. Voglio approfittare di questo periodo di grande voglia di creare, scrivere, per raccontare di un aspetto di questo film che mi ha turbato fortemente. La triste verità di Interstellar è strettamente legata al pianeta, un mondo inesorabilmente in rovina.
Interstellar è un film che mi ha messo davanti a tanti punti di riflessione. Del resto, quando ti trovi davanti ad un film di tale profondità, considerazioni e speculazioni sono all’ordine del giorno. Ho cercato sul web diversi articoli al riguardo, ma non ho trovato nulla che mi soddisfacesse. Il genio di Nolan è chiaro e tangibile in quest’opera: l’idea del tempo, lo spazio-tempo e le varie dimensioni. Tutto quadra, tutto torna, tutto è incredibilmente a fuoco nonostante la complessità dei temi trattati. Eppure c’è una cosa che credo sia passata troppo in sordina, di cui si parla troppo poco. Come è arrivato il pianeta a quel livello di decadimento? Sarebbe stato possibile compiere un’inversione di marcia e salvare la Terra? Quanto siamo realmente lontani da questo scenario apocalittico? Ho provato a darmi delle risposte e voglio mettere insieme le idee nei prossimi paragrafi.

Desertificazione: un problema che, purtroppo, conosciamo bene
Pochi campi coltivati, poco bestiame e violente tempeste di sabbia: lo scenario che vediamo nei primi 20 minuti di Interstellar sembra un pianeta andato incontro a desertificazione.
La desertificazione è un processo che porta alla riduzione irreversibile della capacità del terreno di produrre risorse. Fra le varie cause troviamo l’aumento della temperatura, la scorretta gestione del suolo da parte dell’uomo, il sovrapascolamento, la deforestazione, gli incendi e l’estrema urbanizzazione. Le tempesta di sabbia è solo una delle cause della desertificazione (comune anche alla desertizzazione, che però è un fenomeno diverso). Nel mondo immaginario del film, data la grande tecnologia a disposizione e la quasi totale assenza di alberi, immagino che la causa principale sia stata un’industrializzazione esagerata, collegata a grandi deforestazioni e un conseguentemente aumento della temperatura.

La fine della Terra in Interstellar
Per la stessa natura della desertificazione, è irreversibile. Gli uomini hanno scavato a fondo e con troppa avidità (semicit). Il processo si può prevenire, ma non invertire. Per questo motivo dobbiamo stare particolarmente attenti: l’attenzione mediatica in Europa e nel mondo è ancora poco rivolta verso queste tematiche. Tuttavia l’attenzione dovrebbe essere ai massimi livelli, anche perché i dati parlano chiaro: secondo il WAD (World Atlas of Desertification) il 75% della superficie terrestre è già degradata e arriveremo al 90% entro il 2050. In Europa, tra il 1900 e il 1970, le aree degradate sono cresciute del 40%. Secondo l’ANBI (Associazione dei Consorzi di bacino) in Italia il rischio desertificazione interessa il 20% del territorio, mentre il World Resources Institute prevede che l’Italia sarà in situazione di stress idrico entro il 2040.
Il finale alternativo di Interstellar
Il mio “finale alternativo” rischia di snaturare totalmente il film, tanto da rendere inadatto (forse) il titolo. Eppure un finale con happy-ending non fra le stelle, ma su un pianeta in via di ripresa mi affascina terribilmente ed è anche l’augurio che mi faccio per la sorte del nostro pianeta. Mi immagino un finale alternativo dove, tra le stelle, i nostri protagonisti possano trovare un modo, un materiale, qualunque cosa, che permetta la reversibilità del processo di desertificazione. Un nuovo modo per sfruttare l’acqua degli oceani, piantare molti più alberi di quelli che si tagliano o banalmente prendere risorse da un altro pianeta, per non far degradare ulteriormente la Terra. Certo, sicuramente molto meno epico, ma funzionale.
Considerazioni finali
Il cinema è un ottimo strumento comunicativo alla massa, a chi non tocca con mano o non si interessa a certi temi. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo visto sempre più opere di denuncia sociale, di normalizzazione del diverso. Mi piace pensare che Nolan abbia voluto trattare un tema in realtà così verosimile come quello del decadimento del pianeta Terra come monito a tutti noi. Una cosa del tipo: “Fate attenzione, perché se non co-operiamo e troviamo una soluzione, l’unico modo di sopravvivere sarà quello di andare… tra le stelle!”.