Dopo le scuole medie, un adolescente entra in una fase della vita che è letteralmente un casino: le prime grandi delusioni, le prime grandi gioie, gli amori, le scelte. Insomma, tutto ciò che ti tocca o ti passa a qualche metro di distanza diventa magicamente un gran casino. Questo “step”, purtroppo, è spesso accompagnato da cali dal punto di vista scolastico. Non importa se alle alle superiori, all’esame di maturità o all’università: la crisi dello studente prima o poi arriva.

Crisi dello studente: è il panico
La prima fase, la peggiore, è quando ti accorgi che qualunque cosa tu faccia per rimediare, per invogliarti, non funziona. All’improvviso, tutto il resto diventa più importante – sì, anche darsi al giardinaggio o provare ad indovinare quante pagine abbia un libro in base al suo spessore – e il panico sopraggiunge. Ognuno ha il suo modo di affrontare la cosa; io, ad esempio, mi sono lasciato prendere dal panico.
Giorno due: non mi diplomeró mai
Dopo essermi fatto prendere dal panico, ho iniziato a fare la lista dei lavori che avrei potuto fare senza una laurea ( e, credetemi, a me è bastato quello). Con il passare dei giorni – in cui studiavo poco e male – ho anche pensato a quanto tempo, fatica e sudore ho impiegato per dare tutti gli esami che avevo dato fino a quel momento e la cosa mi ha aiutato molto.
Fase tre: il riposo del guerriero
” Perché stressarmi ulteriormente e farmi del sangue marcio? Perché studiare ( male )-? Ho bisogno di riposare!”. È stato allora che ho capito di avere un gran bisogno di riposare. Mi sono preso un paio di mesi di pausa per concentrarmi sul resto, senza mai però perdere di vista il reale obiettivo. Mi sono concentrato su di me, su tutto ciò che non fosse lo studio – e ha funzionato -. Naturalmente questo non è un invito a fare nulla, sia chiaro, però sappi che a volte un po’ di riposo è fisiologico.
Giorno quattro: la resurrezione (?)
So bene che mettere tre punti invece di quattro sarebbe stato magico, ma, ahimè, per questa volta è andata male. Per concludere, comunque, posso dirti che oggi sono qua, più carico che mai. Un periodo di calo ci può stare e lasciarsi andare potrebbe anche non essere una brutta soluzione, l’importante è ciò che viene dopo. Per quanto possa sembrare una frase fatta, l’importante è non arrendersi. Cadere sì, è umano, ma una volta caduto, stringi i denti, riposati e rialzati più forte che mai.