Edison l’uomo che illuminò il mondo: recensione

Edison l’uomo che illuminò il mondo: recensione

Dal trailer mi aspettavo quasi un capolavoro: Tom Holland, Benedict Cumberbatch, una trama interessante e una storia spesso conosciuta solo superficialmente, una storia che valeva la pena di raccontare. Beh, la storia ce l’hanno raccontata, ma non è che sia chissà cosa. Il film spazia tra inquadrature costruite bene e altre nauseabonde, una storia che tutto sommato non è niente di che. Sembra non succedere nulla per quasi l’intera durata del film, con un debole colpo di reni sul finale. Insomma, la recensione di “Edison l’uomo che illuminò il mondo” sarà un potente mix di amarezza e incredulità, ma vediamola insieme.

Edison recensione: la trama

In un mondo che sta cambiando, Thomas Edison è uno degli uomini più brillanti e rivoluzionari che ci siano. Con la corrente continua, infatti, Edison voleva portare la luce nelle città, in modo da illuminare le strade e renderle ben visibili anche in tarda notte. Dall’altra parte, però, abbiamo George Westinghouse, il principale rivale di Edison e grande finanziatore di Tesla. Il film basa la sua trama sulla rivalità fra Edison e Westinghouse, quindi fra corrente continua e alternata. Più volte il magnate della corrente continua cerca di “affossare” la corrente alternata di Westinghouse etichettandola come pericolosa, ma la verità è un altra. La corrente alternata di Westinghouse, infatti, è la stessa corrente che oggi illumina ognuna delle nostre case. Nella storia gioca un ruolo importante Nikola Tesla, all’inizio dipendente di Edison, che non diede credito alle teorie del ragazzo e continuò sulla sua strada. Successivamente invece il giovane Tesla fu assunto da Westinghouse che lo finanziò con ingenti somme di denaro per realizzare un sistema ancora più efficiente che sfruttasse la potenza dell’acqua.

Edison recensione: cosa mi è piaciuto

Non credo sia molto utile raccontare uno ad uno i personaggi principali del film, non in questo caso, almeno. Per questo motivo, dividerò i miei pensieri in cosa mi è piaciuto e cosa no. Innanzitutto mi è piaciuto Benedict Cumberbatch: dopo aver vestito i panni dell’investigatore più famoso del mondo, non mi aspettavo di certo un calo di prestazione e infatti non c’è stato. L’attore se l’è cavata bene, se il film non funziona non è di certo colpa sua. Mi è piaciuto molto il personaggio di Westinghouse: ben interpretato, comunicativo e, passatemi il termine, cazzutissimo.


Un’altra cosa che ho apprezzato è la costruzione di alcune scene e il contenuto in sè per sè. Per fare degli esempi: bellissima l’idea della lampadina di colore diverso nella “scacchiera” delle città americane, che vede il giallo a rappresentare Edison e il rosso per la corrente alternata di Westinghouse. Un altro punto a favore del film – ciò che lo ha salvato – è senza ombra di dubbio il finale. Gli ultimi dieci minuti, infatti, sono riusciti a lasciarmi qualcosa – al contrario dell’ora e mezza antecedente.

Edison recensione: cosa non mi è piaciuto

Qui ho concluso la lista di cose che mi sono piaciute e da qui riparto: esclusi i 10 minuti finali il film non mi è piaciuto per niente. Cosa ancora peggiore, impensabile nel mio modo di approcciarmi a un film, non mi ha lasciato nulla. Per me non sono mai 8 euro buttati via quelli del biglietto, neanche quando ho odiato il film – come il Racconto dei Racconti – ma credimi che in questa occasione per un attimo lo ho pensato.

Edison recensione
George Westinghouse (Michael Shannon)

E del comparto tecnico ne vogliamo parlare? Nella prima mezz’ora di film iniziamo a capirne la trama: la concorrenza tra i due, concorrenza che all’inizio Westinghouse voleva annullare con un colloquio con il signor Edison. Il treno che aveva come passeggero Edison però non si è fermato, per il dispiacere di Westinghouse. Ecco, la sequenza che puoi vedere adesso, la telecamera che punta il treno e gira su sè stessa, è tutto il film rinchiuso in una sola scena: NAUSEA.

Critica e curiosità

Potremmo stare due o tre giorni di fila a parlarne o scrivere interi libri sui concetti di oggettivo e soggettivo, ma cercherò di proporti una riflessione e tu ti farai la tua idea. Cosa è oggettivo e cosa è soggettivo in un film? Prendiamo questo film come esempio. La tecnica è la colonna portante di ciò che c’è di oggettivo in un film: chiunque, anche i meno esperti, possono percepire la riuscita o meno di una scena. Anzi, ti dirò di più: meno la persona è esperta e più il giudizio è reale. Questo perchè chi ha una conoscenza di base sulle tecniche di regia può percepire sfumature – che tanto sfumature non sono – che altri non possono gustarsi, ma sarà mai possibile che per gustarmi un film io debba avere particolari conoscenze di regia e cinematografia? No, è una cosa folle. Il cinema è e deve essere per tutti. Un film è OGGETTIVAMENTE un bel film quando riesce a stupire o emozionare chiunque, dal più al meno esperto. Edison è, oggettivamente, un film mediocre, insufficiente per diversi motivi: povertà tecnica, superficialità, lentezza estrema e un carico minimo di emozioni. Insomma, gli manca tutto quello che un film che si rispetti dovrebbe avere.

Conclusioni

Tecnicamente piuttosto povero, deludente: si poteva dare molto di più! Il cast è rispettabile e questo non fa altro che alzare le aspettative dello spettatore, che nel 90% dei casi rimane un po’ deluso. Cumberbatch molto preciso, recita bene la sua parte – così come Tom Holland – ma non basta. Quando per un’ora e venti ti sei convinto di aver buttato via gli 8 euro del biglietto vuol dire che qualcosa è andato storto. Con gli ultimi dieci minuti Edison&co evitano il disastro, ma non il fallimento. Bocciato!

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